SMART-WORKING: IL FUTURO DEI COLLETTI BIANCHI ?

In questi giorni si fa un gran parlare di smart-working, di digital marketing e ora anche di digital export management: è questo il futuro che ci aspetta ? O – come spesso capita – c’è chi cavalca il momento per venderci qualche software o qualche corso ? (io compreso). Certamente il distanziamento dai nostri uffici così come il cambiamento delle nostre abitudini commerciali ci hanno insegnato nuovi modi di lavorare. Ora però lo smart-working inizia a pesarci e ci chiediamo con insistenza quanto durerà ancora.

Va detto che già da prima del corona-virus si discuteva degli uffici del futuro. Alcune aziende – soprattutto di grandi dimensioni – stanno sperimentando nuovi modi di lavorare in ufficio per andare incontro alle esigenze della persona: coworking, scambio di scrivanie, asili aziendali per i bambini, ecc. Oggi si è aggiunta una nuova esigenza da soddisfare: quella sanitaria.

Credo che non esista una ricetta valida per tutte le situazioni. Pensiamo solo alle diverse necessità tra grandi e piccole aziende. Sarà necessario lasciar decantare le cose una volta finita l’emergenza, e ogni azienda troverà con il tempo il proprio equilibrio. Ma sono comunque in molti ad affermare che il lavoro non potrà essere solo da remoto; una volta rientrata l’esigenza sanitaria. Vi sono situazioni nelle quali le interazioni sociali sono indispensabili. Un neo assunto che deve conoscere i colleghi e apprendere un metodo di lavoro, un nuovo cliente al quale devo fare addestramento su di un macchinario, o un team di R&S che deve sviluppare un nuovo prodotto. Va poi aggiunto che gli uffici di solito sono luoghi tarati più sulle esigenze degli uomini che delle donne e anche su questo fronte dobbiamo riflettere e trovare nuovi equilibri. La denatalità trova le sue cause anche qui (oltre che dall’egoismo degli uomini e donne del nostro tempo)

E comunque va detto che uscire di casa segna una linea di demarcazione tra la sfera privata e quella lavorativa-sociale, della quale ci siamo accorti sentiamo un bisogno profondo.

Si delinea allora una settimana lavorativa fatta di alcuni giorni in ufficio ed altri in smart-working. Con benefici in definitiva anche per il traffico e l’inquinamento.

Se vuoi approfondire questi temi ti segnalo l’articolo “E’ la fine dell’ufficio ?” sul numero 1365 di Internazionale

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