PICCOLE MEDIE IMPRESE: MOTORE E FRENO DELLO SVILUPPO

Le piccole medie imprese sono il tratto distintivo della nostra economia. “The Italian economy is characterised by 4.4 million highly dynamic firms operating in different industries. The vast majority are small and medium-sized enterprises (SMEs). While the presence of SMEs is a common feature of many European economies, a defining feature of Italian industry is the presence of a large number of micro-firms: 95% of companies have fewer than nine employees, 4% of companies have 10-49 employees, and approximately 0.6 % of companies employ more than 50 people” KPMG marzo 2017

Queste piccole medie imprese sono il motore ma anche il freno della nostra economia. Sono il motore quando pensiamo alla varietà di prodotti (pensiamo solo al comparto alimentare), alla loro creatività, alla  dinamicità con cui decidono. Si comportano invece come un freno per la scarsa capacità di investire. Penso soprattutto all’ambito commerciale e di marketing; oggi cruciale, considerata l’ipercompetizione esistente su tutti i mercati.

Le strade per aggirare questo punto di debolezza sono a mio avviso le seguenti:

  • fare sistema con altre imprese così da condividere certi investimenti; le reti tra imprese stanno aumentando, ma ci vuole la giusta mentalità, altrimenti non durano; spesso i nostri imprenditori sono gelosi e individualisti (soprattutto del concorrente dall’altra parte della strada)
  • avere una specializzazione, un prodotto che abbia una caratteristica distintiva; è importante non voler fare di tutto, se siamo piccoli dobbiamo fare poche cose, magari una: ma dobbiamo farla benissimo
  • puntare su pochi mercati, altrimenti le risorse non bastano; questo aspetto è per me un mantra, i tempi di ritorno degli investimenti commerciali si allungano sempre di più (a causa proprio dell’ipercompetizione presente su tutti i mercati); ergo: spariamo le poche cartucce che abbiamo su pochi bersagli
  • infine, distogliere un po’ di risorse dagli investimenti tecnici e nel prodotto e destinarne di più agli investimenti commerciali e di marketing. Nelle piccole imprese l’investimento è purtroppo solo sinonimo di macchinari e capannoni. Gli investimenti nella comunicazione o per formare dei commerciali interni (visto che gli agenti commerciali sono una razza in via di estinzione), vengono scarsamente considerati.

In altre parole serve un cambio di mentalità. Come diceva Keynes: “La difficoltà non sta nel credere alle nuove idee, ma nel fuggire dalle vecchie“

 

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