Vantaggi competitivi: Il patrimonio culturale italiano

Ho partecipato in questi giorni alla presentazione del corso “Gestione delle aziende vitivinicole” da parte della business school CUOA. Sede dell’incontro la cantina Bepin_de_Eto, immersa tra gli splendidi colli di Conegliano Veneto (immortalati nel Rinascimento da Cima da Conegliano e Giovanni Bellini). Patria del Prosecco.

Leitmotiv l’enorme patrimonio culturale e paesaggistico che la nostra Italia possiede e come ciò sostituisca un plus concorrenziale unico. Vantaggio competitivo che dobbiamo assolutamente mettere in campo quando ci presentiamo sui mercati internazionali.  Uno dei relatori ad un certo punto ha detto: “.. vedete la bellezza di queste colline ? Bisogna saperle vendere !”.

Il vino è un prodotto in intimo legame con la sua zona di produzione. Se il vitigno è autoctono abbiamo poi un binomio vino-territorio che è unico. Qualcuno suggeriva anche di raccontare quali ricette della nostra  vastissima tradizione culinaria si possono realizzare con quel vino. Ed anche qui il nostro patrimonio gastronomico ci è invidiato da tutto il mondo.

Queste considerazioni valgono ovviamente per molti altri prodotti legati alla nostra tradizione e alla nostra cultura: dall’alimentare all’abbigliamento, al design.

Possiamo in altre parole dire che il nostro patrimonio culturale è il nostro petrolio. Siamo seduti sopra un immenso giacimento; ma molto spesso non ce ne rendiamo conto.