CHI CI DIFENDERA’ ?

Sono appena rientrato da Norimberga dove ho partecipato alla fiera GaLaBau, International Trade Fair for Urban Green and Open Spaces. Una fiera abbastanza importante con 1200 espositori, visitata soprattutto da molti comuni tedeschi (che hanno molta più disponibilità di spesa degli omologhi italiani).
Una sera in una zona del centro città mi sono trovato di fronte a questa insegna che non ho potuto fare a meno di fotografare: il meglio dell’abbigliamento italiano da 1 a 5 Euro. Nurnberg
Ho lavorato molti anni nel settore del tessile-abbigliamento e mi è capito spesso di vedere “sfruttata” la nostra bandiera per il valore aggiunto che ha in questo settore. Ma ho visto questo fenomeno soprattutto in paesi del lontano oriente. E’ la prima volta che mi capite di vederlo nel cuore dell’Europa.
E’ chiaro come sia difficile contestare dal punto di vista giuridico questa insegna. Primo perché il non obbligo di marchiare il “made in” rende sempre difficile risalire alla provenienza dei capi. Poi anche perché oggi nel nostro paese vi sono molti laboratori che lavorano in condizioni “estreme”, ma sono pur sempre sul suolo italico. La conseguenza è in ogni caso quella di gettare discredito sul buon nome del made in Italy costruito in tanti anni da chi ha fatto e fa ancora con professionalità questo lavoro.
Detto tutto ciò resta la domanda: è giusto rimanere inermi di fronte a queste insegne ? chi ci difenderà ?